Direttamente dal forum Rule Britannia Uk, l' utente Sir Simon ha voluto azionare la macchina del tempo, portandoci dove il calendario segnava 1° Maggio 1971...
" L’uomo di Bhusawal ora può riaprire gli occhi. Luccica come un ramo scuro della foresta del Mahabaleshwar nel tiepido raggio di sole del primo pomeriggio londinese. Disordine mentale. Per un attimo, solo per un momento. Riflessi di tenera infanzia. Il respiro di Bombay. La sua aria tiepida, le sue palme, e l’acqua schiumante dell’Oceano Indiano. Un giorno ti può cambiare la vita. Un giorno è un’urna argentata di promesse e speranze. Un’altra possibilità: Di reinvenzione, di resurrezione, di reincarnazione. Un giorno è la misura più piccola, e più grande della vita di un uomo. Filosofia e religione. India. Migliaia di chilometri a sud est di Londra. Eppure nella sua mente resta indelebile quel legame atavico.
Basta che si guardi allo specchio e la sua pelle gli parla delle sue origini. Non si possono scordare. Nemmeno se a soli tre anni la tua famiglia decide di trasferirsi nella brumosa Albione, e a diciassette incominci a giocare a calcio a buon livello: Alfred William Richard Heppolette.
Da Bolton a Preston il salto è breve..
Nel 1968 Heppolette vestirà la maglia con l’agnello sul cuore e giocherà il suo match d'esordio contro il Middlesbrough.
Il primo di Maggio del 1971, con quella divisa segna la rete decisiva della stagione. In tuffo, con la tenuta rossa da trasferta e il numero sette sulle spalle, seguendo la traiettoria di un corner battuto dal biondo Clive Clark, sul quale Graham Hawkins si era portato dietro mezza difesa del Fulham saltando a vuoto, e aprendo così la strada per il suo slancio vincente a pochi passi dalla porta. Il sussulto che vale una vita. E’ la vittoria del campionato per i lilywhites..
Aveva aperto le marcature nella partita inaugurale del torneo nel nervoso pareggio interno per 1-1 contro l’ Halifax, e la sua era stata a tutti gli effetti una stagione prolifica, segnando altri sette gol incluso una doppietta contro il Mansfield il 10 Ottobre 1970.
Preston. Mesi, a rimpiangere l’infausta retrocessione in terza divisione. Quasi non ci credeva nessuno. Gli invincibili forgiati dal Maggiore William Sudell, del grande Tom Finney, finiti nel gradino più basso della loro storia calcistica. Via Bobby Seith, ecco Alan Ball. Deepdale annuisce, fiuta e riparte alla ricerca di nuova gloria.
I cottagers sembravano però imprendibili. Ventiquattro settimane in testa alla classifica. Il Preston non molla. Non si accontenta del secondo posto. E a Craven Cottage nella loro penultima giornata lanciano il guanto di sfida. I giornali di Londra irridono e proclamano già il Fulham campione. Anche il programma del match sembra quasi un inno al successo del campionato della squadra di Bill Dodgin, Jr. con la foto della coppa di divisione nell’ultima pagina. In fondo bastava un punto. Un maledetto punto..
La classifica prima dell’incontro con ancora i due punti a vittoria, recitava Fulham 60 e Preston North End 57. Per i londinesi era l’ultimo decisivo appuntamento della stagione. Per quelli del Lancashire il penultimo, con un occhio vigile, sull’insidioso Halifax Town. Lì aspettava una gara a Deepdale con il Rotherham, ma senza espugnare Craven Cottage il trofeo sarebbe andato matematicamente ai padroni di casa.
E se certa stampa della capitale unita a una malcelata supponenza di Stan Brown e compagni, non avessero stuzzicato il loro orgoglio, magari sarebbe andata proprio così. Guai a svegliare i giganti addormentati.
I tre Re magi giunsero da oriente. Harry Hubbick, Arthur Cox e sopratutto, Alan Ball.
Ball si era imposto con le sue doti di fermezza e disciplina. E i suoi giocatori lo rispettavano e lo apprezzavano. Chiamava le cose col loro nome, parlava un linguaggio semplice. Un motivatore, di quelli che gettano a terra il gesso della lavagna piena di schemi e tattiche, e aprono la porta dello spogliatoio prima di una partita per far sentire ai suoi il rumore della folla.
“Sono loro che pagano i vostri stipendi” -diceva. “Ora andate, e fate il vostro dovere.”
Suo figlio era riuscito cinque anni prima a diventare campione del mondo con la nazionale di sua maestà.
La festa annunciata per i cottagers sembrò materializzarsi ancora di più alla notizia che due colonne dei Northenders non sarebbero state del match. Il talentuoso e amatissimo George Lyall, e Gerry Ingram, il ragazzo di Beverley, ex Blackpool, che nel frattempo si era preso la briga di mettere a segno ventidue reti diventando capocannoniere.
Si poteva immaginare di vincere? Certo. Con spirito di abnegazione e lottando su ogni pallone.
Pensate non basti?..
Allora aggiungiamoci la classe del giocatore dell’anno Alan Sparvin, la caparbietà del portiere irlandese Alan Kelly, la tenacia di Jim McNab, l’iconico scozzese George Ross, la bravura di David Hughes, l’ala nativa di Blackburn progredita velocemente dalle giovanili del club. E poi quel Bobby Ham dal baffo vistoso, arrivato dal Bradford Park Avenue, autore di 14 centri, e che guarda caso nella stagione seguente approderà in quel Rotherham United, che il Preston dopo aver battuto il Fulham, e essersi portato a una sola lunghezza di distanza, sconfiggerà quattro giorni più tardi nell’ultima partita in casa per 3-0 laureandosi campione della terza divisione.
E quella coppa, magicamente scomparve dal retro del programma del Fulham, per riapparire nelle mani di Alan Spavin e Graham Hawkins, davanti a quel bellissimo mare biancoblu, mosso dalla felicità di 29000 persone. "
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