E' disponibile il libro scritto da Sergio Tagliabue "Conor Adam" dedicato al PNE ed intitolato "Il Preston North End per Me", editore Urbone Publishing, un libro che parla della passione per questo Club, ma anche della sua gloriosa storia fin dalle sue origini.
Un libro di quasi 500 pagine, ogni riga scritta con grande passione, un lavoro faticoso, ma piacevole, un libro il cui obiettivo non sarà quello del numero di copie vendute, ma piuttosto quello di far conoscere questo meraviglioso Club anche in Italia e soprattutto quello di trasmettere un tifo ed un amore totale verso il glorioso Preston North End FC.
La speranza è quella di riuscire a trasmettere qualcosa di positivo e sincero, non è certo un compito facile dato che si tratta spesso di emozioni difficilmente descrivibili a parole, e di far capire come un italiano possa essersi appassionato ad una squadra inglese, tra l'altro, nemmeno così famosa e vincente.
L'intento è anche quello di poter realizzare una versione scritta in lingua inglese, ma attualmente non è ancora certa, dato che sarebbe senza dubbio molto bello che anche i tifosi inglesi del PNE potessero leggere questo libro e capire quanto Conor ed i GBS siano realmente appassionati alla loro squadra, ma anche perchè, comunque, si tratta di un libro nella quale viene narrata dettagliatamente la storia del North End e che soprattutto parla proprio di loro, dei tifosi.
E' possibile acquistarlo tramite i seguenti links:
- Sul sito dell'Editore Urbone Publishing
in versione cartacea (euro 16,00)
http://www.urbone.eu/obchod/il-preston-north-end-per-me
in versione Ebook (euro 6,00)
http://www.urbone.eu/obchod/il-preston-north-end-per-me_1
- Ed anche su Amazon.it in versione cartacea (euro 16,00)
http://www.amazon.it/IL-PRESTON-NORTH-END-PER/dp/8087797353/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1391796194&sr=1-1&keywords=preston+north+end
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Di seguito la presentazione del libro:
"La nascita di una passione, la crescita di un tifo, il tifo per una squadra di calcio, anzi, per una squadra di football britannico, il Preston North End FC, attraverso il racconto delle emozioni vissute nel personale “When Saturday Comes” dell’autore, dai pomeriggi solitari passati davanti al PC ad ascoltare le radiocronache delle partite della squadra del cuore, alle splendide esperienze vissute dal vivo nel leggendario Deepdale e durante il Gentry Day a Londra in compagnia dei tifosi, quelli veri, quelli che ci sono sempre, tra le note di “Can’t Help Falling in Love” e la follia per un gol all’87° minuto nella partita più importante, il derby contro il Blackpool FC.
Ma anche la storia dettagliata del Club, dalle sue origini, fino ai giorni nostri, attraverso il racconto, anche un po’ sognato ed immaginato, di quella splendida stagione, quella del 1888/89, quella degli Invincibili del Preston North End, passando dalla FA Cup del 1938 alla Leggenda di Sir Tom Finney.
E poi l’incontro con Will Hayhurst, giovane emergente della squadra attuale, un rapporto che va oltre il football, la sua storia, le sue speranze, e per finire un saluto a tutti i Northenders ed ai G.B.S., i Gigli Bianchi Supporters, il Fans Club Italiano Ufficiale del Preston North End.
Un libro per tutti gli appassionati di football, un libro per i tifosi, quelli che ancora sanno emozionarsi."
Questa invece è la prefazione del libro scritta da Simone Galeotti:
"Aggrappati alla storia. Cullati dalla leggenda,
entrati di diritto nel mito, per sempre. Oltre le distanze e il tempo. Perché
il tempo alla fine come spiegano bene fisici antichi e moderni non è una linea
retta, ma un moto circolare, contingente al tempo stesso. La teoria dell’eterno
ritorno. Ora, a essere sinceri, che il Preston North End torni a vincere il
campionato inglese per due volte consecutive sembra però teoria fin troppo
azzardata e complessa. Che questo club invece abbia esercitato e continui a farlo
un fascino straordinario è attualità stretta. Occorrono elementi per sviluppare
la formula, questo è chiaro. Serve passione, serve romanticismo, serve la
volontà dettata da un impulso interiore, che prima sbircia in Great Queen
Street a Londra il 26 ottobre 1863 dove dentro la Taverna dei Framassoni, i
rappresentanti di undici club fondano la Football Association, e scrivono le
regole del calcio, e poi, rimbalza a nord verso il Lancashire, a Preston, dove
sempre in quell’anno viene fondato un primo sodalizio sportivo di cricket
originariamente in maglia bianco-blu, ma che successivamente vincerà
trasformato in entità calcistica, i primi due tornei ufficiali disputati in
Inghilterra. Elementi e doti che Sergio “Conor Adam” possiede da sempre nel suo
ardente interesse e vibrante sostegno, per il club di questa cittadina e
nell'amore per il calcio britannico più in generale. Che cosa spinga un ragazzo
di Lecco ad affezionarsi a tal punto al Preston North End, a fondare un Blog su
Internet sempre aggiornato e vivace, a spendere dei soldi per fare qualche
viaggio nel profondo nord ovest inglese che sa di brughiera e di cotone, alla
ricerca di questo humus di desiderio, al punto, adesso, anche di cimentarsi
nella scrittura di un libro che attraversa la storia dei Lilywhites, è
argomento difficile da spiegare. Sono quelle tesi su cui argomentare davanti a
un’aula di scettici “italioti” miscredenti, rende difficile l’assoluzione
finale della corte. Ma, se si parte dal concetto che in democrazia si legifera
che la libertà nei termini consentiti è sacra e inviolabile per tutti, allora
dovrebbe esserlo anche il tifo nello sport, nella disciplina che più di ogni
altra ha scatenato pulsioni e letteratura: il calcio. Anzi il football, perché
ci tengo che i padri fondatori mi strizzino l’occhio se tendo a usare termini
più confacenti alla terra d’Albione. Esserlo nell’accezione che ognuno si senta
libero di sostenere qualunque squadra rientri nella sua sfera di grazia, senza
obbligatoriamente fermarci sulle frontiere della nostra nazione di nascita.
Sergio l’ha fatto. Ha avuto un’illuminazione, signori, folgorato, non sulla via
di Damasco come San Paolo, ma su quella di Preston. In fondo la capitale del
Lancashire, una cittadina di appena 130 mila abitanti, con la religione pare
abbia un rapporto stretto. Il nome sembra derivi dal toponimo “priests town”,
la città dei preti, coniato quando la zona era dominata da un’importante
priorato, e il coat of arms locale a sfondo religioso rappresenta un agnello
che porta una croce. Lo stesso mistico stemma della squadra di calcio. E quando
il Signore chiama, la sua volontà non conosce ostacoli.. Chi ha chiamato Sergio
non sarà forse un entità divina, o meglio, sportivamente potrebbe benissimo
esserlo. Lui è il maggiore William Sudell, un personaggio assai poco ortodosso,
padrone di una manifatturiera, cui va ascritto il merito attraverso un abile
lavoro diplomatico di aver convinto la Federazione che nel frattempo si era
presa la briga di squalificare il North End, a retribuire i giocatori, e a
legalizzare il professionismo. Non solo. E’ lui che decide chi comprare e chi
vendere, è lui che gestisce arbitrariamente i soldi del club ed è sempre lui
che supervisiona gli allenamenti decidendo poi la formazione da mettere in
campo. Tutto ciò senza la minima interferenza decisionale del comitato dirigenziale.
Dopo aver vinto anche questa battaglia, Sudell riuscì a creare la chimica
giusta per dare forma ad una squadra quasi imbattibile, non a caso
soprannominata The Invincibles che dalla stagione 1888-89 adotterà le splendide
maglie bianche. Lui, forse, è stato il primo a chiamare Sergio, e insieme a lui
si sono presentati alla porta le leggende successive. Il leggendario portiere
Alan Kelly, Tom Finney, il più grande di tutti, il classico ragazzo della porta
accanto, passato alla storia come “for his genius and gentlemanly conduct”; e
poi l’iconico scozzese Billy Shankly. Quando ti chiama certa gente, non puoi
resistere al richiamo. In questo suo libro sulla storia del PNE, Sergio
sovrappone, i perché della sua passione e l’evolversi della storia generale del
PNE, i dettagli su alcuni momenti indimenticabili e importanti, gli
Invincibili, ma non solo, la FA CUP vinta nel 1938, e le finali purtroppo perse
nel 1954 e nel 1964, il già citato Finney, insieme ai racconti delle partite
che personalmente ha visto in quel delizioso stadio che porta il nome di
Deepdale, e che lo ha accolto in maniera sorprendente.. certamente non potranno
mancare i riferimenti alla nascita del fans club italiano e alle sue attività.
E così, la passione di Sergio si alimenta, vorace, cercando di fagocitare anche
quello che forse ancora non conosce, quel poco o tanto che magari ancora non ha
scoperto, gli è sfuggito, ma che lui indomito continuerà a cercare. Lo farà
sicuramente in quelle zone lontane, oscure e nebbiose, di fine ottocento, che
oggi aleggiano di mistero, ma nelle zone d'ombra se ci sono, ti si crea intorno
ancora più spazio, per farci entrare dei sogni interi. Sogni, come quello che
un giorno o l’altro, i gigli bianchi tornino a sedersi sul trono d’Inghilterra.
Per adesso mettetevi comodi e leggetevi una fiaba inglese. Auguri Sergio, e
Preston North End till we die! "
INTRODUZIONE
Questo libro è dedicato ai tifosi.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi dopo un gol, un gol segnato non
per forza durante una finale di una competizione importante, un gol segnato in
un qualsiasi campo di calcio, un gol che per molti non significa nulla, ma che
per quel tifoso significa tutto, un gol che forse non decide campionati e
coppe, ma questioni più importanti come onore, orgoglio e passione.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per il solo fatto di essere lì,
lì in uno stadio semplicemente a tifare e quindi a soffrire, gioire, piangere,
esultare, cantare, sperare, pregare, incitare, imprecare.. essere lì per questione
di fede verso la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per la gioia di stare insieme e
condividere la passione per la propria squadra, stare insieme in uno stadio
anche scomodo magari, anche sotto la pioggia, anche in una fredda sera
invernale di martedì, in una trasferta per un turno infrasettimanale..
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per una bella giocata, per una
parata spettacolare, per la grinta e l’impegno messo in campo dai propri
giocatori e non necessariamente per il risultato finale, continuando a
supportare sempre la squadra anche nei momenti difficili.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a sognare. Sognare una vittoria
in una partita di non league, una vittoria che vale un giant killing in Fa Cup,
una vittoria in un derby; o sognare di andare a Wembley a giocarsi tutto,
sognare un gol nei minuti di recupero ed esultare come dei matti, sognare e
immaginare.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi nei ricordi. Ricordare vecchie
emozioni, vecchie partite rispettando la storia, vecchie gioie, vecchi dolori,
vittorie e sconfitte, ma sempre ricordi piacevoli se si ama la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a vedere foto, video, oppure a
leggere racconti ed articoli riguardanti la storia del proprio Club e del
football in generale, dalle origini fino ad oggi, perché è giusto rispettare ed
onorare chi ha contribuito a far diventare
grande questo sport, chi ci ha regalato nel corso degli anni emozioni e storie
da vivere e da raccontare.
A questi tifosi grazie ai quali il football non morirà mai, almeno fino
a quando queste emozioni continueranno a vivere nei loro cuori, fino a quando
ci sarà anche solo un tifoso pronto a viverle queste emozioni nonostante nel
calcio moderno, purtroppo, sembra che contino di più i soldi, il business, le
vittorie prestigiose.
A questi tifosi spero che potrà piacere questo semplice ed umile libro;
un libro senza troppe pretese, un libro che in pochi leggeranno, ma che parla
di loro, dei tifosi, perché le emozioni che vivo io e che ho cercato di
trasmettere attraverso queste pagine sono le stesse che vivono loro.
Squadre diverse, situazioni diverse, storie diverse, ma emozioni
simili, passioni vere. E non si tratta solo di football, in queste pagine si
parla della voglia di appassionarsi e di lasciarsi trasportare da emozioni
sincere che portano una persona a dedicarsi ad esse con impegno e dedizione.
Spesso mi trovo inadeguato, fuori posto e allora mi tuffo
istintivamente in questa passione nella quale mi dedico con tutto me stesso
dimenticando per qualche momento i problemi della vita quotidiana, le
preoccupazioni ed i dolori.
Un libro che non vuole soltanto celebrare la mia squadra, ma piuttosto
i tifosi, la gente comune che si appassiona a qualcosa in cui crede fortemente,
un libro che vuole cercare di trasmettere passione ed emozioni.
Un libro che non otterrà successo nelle vendite o nelle recensioni, ma
che spera di entrare dritto nei cuori di queste persone, persone semplici come
me, ma persone che ancora sanno emozionarsi ed appassionarsi.
E allora non resta che ringraziare alcune di queste persone che ho
avuto la fortuna di conoscere e con le quali ho avuto il piacere di condividere
queste passioni. Senza di loro, senza il loro supporto e appoggio non sarei
probabilmente riuscito a coltivare questa passione con la stessa convinzione .
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